Questa è la domanda che chiede a tutte le nostre serate di non finire, consapevoli che il tempo esercita la sua astringenza sulle pareti inermi dei sapori della vita. Lo chiediamo ai nostri amici, strappati a famiglie, amori e lavori per una serata di sorrisi a cercarsi nei cibi e nei bicchieri mezzi pieni passeggiando ognuno accanto all'altro nel marciapiede dei segreti.
L'ultima “cosa” da bere sembra sempre essere la più importante, il punto che chiude una frase, un periodo, un momento speciale per dare peso ad un saluto importante, perché ogni giorno, i momenti dedicati alle amicizie sono sempre più rari e richiedono sempre un loro tempo preciso per potersi esprimere. Come un vino...
Scegliere l'ultima goccia da far scendere, come un sipario, sul teatro dei nostri incontri ci trasporta in un mondo di sapori più intimo, lontano dal mondo dei saperi.
Costruiamo le nostre fortezze fatte di interessi che ci facciano sentire davvero qualcuno, o per lo meno che non ci facciano vergognare davanti allo specchio. Chiediamo ai vini, per esempio, sempre qualcosa di noi: gli costruiamo addosso le parole, la scienza, il distacco necessario per giudicarli, sputarli e riassaggiarli, alla ricerca di quelle emozioni che forse, da soli, non riusciamo più ad avere.
Il vino ci rende infantili, ogni anno. Ogni vendemmia è il primo bacio, l'attesa della gita, il disco in uscita della propria band, il messaggio di risposta che speravamo, la pacca sulle spalle di un amico, l'abbraccio di un figlio, o la carezza di un padre che sia finalmente orgoglioso di noi. Il vino è più umano di noi e meno umano di noi. L'unica cosa di non umano che ha è l'incapacità alla bugia. Non siamo ancora pronti per stargli accanto, dobbiamo indietreggiare.
Beviamo l'ultima, ci raccontiamo, cercando di rubare al tempo ciò che il tempo si è già preso. Il vino pospone i nostri significati. La Riserva, ad esempio. Chiamiamo Riserva il sostituto, chi in panchina aspetta il suo turno con pazienza, che lascia spazio ai Titolari, più freschi, magari più giovani o vigorosi. Le Riserve aspettano, il loro momento, per poter entrare in campo e mostrare ai più giovani cosa vuol dire essere evoluti. Le Riserve nel vino, si sa, sono la nicchia, la ricerca, la massima espressione o l'anima profonda delle aziende. La bottiglia buona, aspetta sempre un'occasione speciale per entrare in campo e la fine dell'anno è sempre un momento per le bottiglie buone.
Beviamo l'ultima, ci diciamo, durante le vacanze natalizie a riabbracciare amici e parenti una volta l'anno, aprendo quelle bottiglie che aspettano il momento buono, l'ULTIMO, che a noi spetta decidere per condividerlo a dovere.
Ci capiterà ancora, di arrivare alla fine di una serata, con davanti a noi soltanto chi riesce a starci vicino al cuore. Il setaccio del tempo è capace di regalarci il vero affetto. È in quel momento che dobbiamo scegliere l'Ultimo. Sarà l'ultimo bicchiere di quel momento, di quell'attimo, con quell'amico, con quell'amore: qualsiasi esso sia sarà giusto solo e solamente se saremo stati capaci di sceglierlo per ricordarlo.
Non si beve per dimenticare, ma per ricordarsi di quel momento e di quell'amore che siamo riusciti e riusciamo ancora a dare. Il vino non chiede nulla, riesce soltanto a dare. Dovremmo imparare da lui, da quella generosità, a non aspettarci niente altro di quello che riusciamo a dare.
Regaleremo bottiglie, le apriremo insieme e brinderemo ricordando bei momenti e programmandone altri.
Il presente è un momento strano perché ne puoi percepire l'aroma con il retro olfatto, ma del quale non puoi sentire il profumo.
Andiamo a bere l'ultimo è una di quelle espressioni che si sentono spesso nei finali di serate in Friuli e sono quegli ultimi momenti che ci insegnano cosa significa cercare qualcosa di indimenticabile. Scegliere il vino che ci ha aspettato e che abbiamo aspettato per portarlo dentro al nostro ricordo indelebile per quel momento è il più profondo regalo che ci possiamo fare perché non c'è nulla, come il vino, capace di renderci umani, fragili e malinconici, ma ancora capaci di amare.
Quando diremo a qualcuno di andare a bere l'Ultimo ricordiamoci che non sarà mai l'Ultimo fino a quando sapremo rendere quel momento indimenticabile.
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